“A casa di Nora” è un viaggio intimo in una condizione esistenziale in cui riecheggiano le sollecitazioni descritte da Henrik Ibsen in “Casa di bambola”, la cui protagonista – Nora – vive sospesa in una doppia dimensione, dove le sue profonde libertà e sensibilità sono nascoste sotto le patine delle regole sociali dominanti.
Nora è ritratta tramite scatti in high key nella propria intima grazia (foto 1-3), che rimane suggerita e non affermata, lieve e delicata, appena percettibile allo sguardo esterno, quasi a coglierne l’essenza meno corporea e più autentica.
Dietro questa aura eterea ed evanescente si celano i suoi momenti di confusione e turbamenti (foto 6-8), racchiusi dalla consapevolezza delle aspettative di ruolo cui è soggetta (foto 5 e 9) che la costringono a una doppia identità.
L’immagine finale chiude questo percorso interiore, il cui epilogo è aperto all’interpretazione dell’osservatore.
La maschera giace nel letto, a separare l’intima Nora dalla sua vita pubblica.

"At Nora’s house" is an intimate journey into an existential condition that echoes with the atmosphere described by Henrik Ibsen in "A Doll's House", whose main character - Nora - lives suspended in a double dimension, where her profound freedom and sensitiveness are hidden under the veneer of the dominant social rules.
Nora is portrayed through high key shots in her own intimate grace (photos 1 to 3), which remains softly suggested and not clearly stated, light and delicate, barely perceivable from external gazes, as to seize her less corporeal and more authentic essence.
Behind this ethereal and evanescent aura are her moments of confusion and turmoil (photos 6 to 8), enclosed by the awareness of the role expectations she is subject to (photos 5 and 9) that force her to a double identity.
The final picture closes this inner path, whose conclusion is open to the observer’s interpretation.
The mask lies on the bed, which separates intimate Nora from her public life.