Memoriale Famiglia Brion, Altivole (TV)
Carlo Scarpa ( architetto veneziano, 1906 – 1978), progettò questa tomba alla fine degli anni Sessanta per i Coniugi Brion. Essa si trova all’interno del cimitero di San Vito d’Altivole. Varcata la soglia di ingresso ci si rende conto della perfetta armonia delle forme e dell’equilibrio tra i materiali e la natura. Incredibile è la quantità di materie plasmate, acqua, cemento, legno, ferro, ottone, pietra, marmo. Un portale di pietra, scolpito con le inconfondibili scanalature che caratterizzano le opere dell’architetto attrae il visitatore con una atmosfera unica, mistica che trasmette quiete e tranquillità. Si percorre un breve vialetto e si entra nel buio. Lo spazio è dominato da sottili cerchi intersecati, forme pure che incorniciano la luce. Ci si passa a fianco con reverenza. Sulla destra un padiglione sorge su uno specchio d’acqua coperto di ninfee. Lo sguardo è attratto da un baldacchino sorretto da esili zampe, decorato dalle tipiche scanalature. Carlo Scarpa ripeteva spesso: “nel piccolo sta il divino”, intendendo che il piccolo è il dettaglio, il particolare e la perfezione del dettaglio avvicina al divino. L’architettura di Scarpa è così: va osservata in su, in giù, a destra e a sinistra, perché ogni piccolo angolo, oggetto di cura e attenzione quasi maniacale, può rivelare una sorpresa. Proseguendo il percorso, che è una sorta di invito ad un viaggio, si attraversano aperture che ricordano le porte scorrevoli in carta di riso del mondo nipponico. In fondo si s

Brion Family Memorial, Altivole (TV) Italy
Carlo Scarpa (venetian architect, 1906 - 1978), designed this tomb in the late 1960s for the Brion family. It is located inside the cemetery of San Vito d’Altivole. Crossing the threshold, you realize the perfect harmony of shapes and the balance between materials and nature. Incredible is the quantity of molded materials, water, concrete, wood, iron, brass, stone, marble. A stone portal, carved with the unmistakable grooves that characterize the architect's works, attracts the visitor with a unique, mystical atmosphere that transmits peace and tranquility. You go up a short path and enter the dark. The space is dominated by thin intersecting circles, pure forms that frame the light. We pass by with reverence. On the right, a pavilion stands on a stretch of water covered with water lilies. The eye is drawn to a canopy supported by slender legs, decorated with the typical grooves. Carlo Scarpa often repeated: “in small is the divine”, meaning that the small is the detail, the particular and the perfection of the detail brings us closer to the divine. Scarpa's architecture is like this: it must be observed upwards, downwards, to the right and left, because every little corner, an object of almost maniacal care and attention, can reveal a surprise. Continuing the route, which is a sort of invitation to a journey, you pass through openings that recall the sliding rice paper doors of the Japanese world. At the bottom you can see the exit, on the threshold you hesitate, the desire