Il rito della luce


Il rito della luce



Nella società dell’apparire piuttosto che dell’essere, dell’appiattimento culturale, di pensiero e delle coscienze, nell’incapacità di sognare e di creare, s’inserisce l’idea del mecenate Antonio Presti, di creare un rito, il Rito della luce, in cui i partecipanti rigorosamente vestiti di bianco osservano un silenzio di riflessione e di ascolto. I numerosi artisti, partecipanti all’evento, donano con la propria arte un percorso fatto di bellezza e di luce. Tutti i partecipanti contribuiscono alla diffusione di questa energia (come delle cellule), verso il mondo.

Il progetto fotografico è quindi una mia personale dichiarazione d’amore al mondo dell’Arte ed agli artisti, ha avuto un inizio circa sei anni fa ed avrà una continuità negli anni a venire. La tecnica è quella della sovrapposizione di due fotografie perché nel linguaggio dell’arte e di questa che considero un’esperienza prima che un’indagine fotografica ed artistica non ha importanza il sovrapporsi ma la sua implicita continuità espressiva. Mi ritornano in mente molte cose interessanti di questa esperienza: la parola resilienza (segnata sul terreno) scritta anni fa e che ritorna molto attuale nel particolare periodo storico pandemico che stiamo vivendo ed ancora un aforisma (sempre impresso sul terreno) del poeta, drammaturgo, scrittore e filosofo bengalese Tagore: “Perché cerchi la gioia fuori da te, non sai che la puoi trovare solo nel tuo cuore?”.

Anno: 2015
Foto totali n°: 6
Formato cm: vari
Edizione: varie
Stampa: getto inchiostro
Supporto: supporti vari
Note: