Questo lavoro sui litorali del Lazio ha il suo primo stato embrionale nel 2007. Nel 2012 è confluito nella mia tesi di laurea in fotografia (Accademia di Belle Arti di Napoli, biennio specialistico in fotografia, indirizzo di fotografia di ambiente e paesaggio). In questo corpus di immagini, come in ogni mio progetto, c’è una grande complessità. L’approccio che vi si trova, la poetica che lo caratterizza, sono determinati dalla modalità di lavoro. Sono andata a lavorare soprattutto nella stagione invernale, quando gli spazi sono vuoti, la luce è forte e a volte anche scura, quando le emozioni sono tutte solo per me. Perché quei luoghi permettono, solo in quei momenti, di essere presi a prestito per trasfigurare e regalare a chi guarda, oltre a me che ne ho partecipato, nuovi significati, propri di ognuno. Nel lavoro fornisco il mezzo con cui lo spettatore trova la sua personale strada. Ne farà poi lui quel che vuole, vivendo i luoghi come spazio di trasformazione quotidiana. Lo stato d’animo con cui mi reco a guardare i miei paesaggi, l’atteggiamento con cui li attraverso, conducono gli spazi oltre la forma fisica, per farli entrare nel vissuto interiore della persona che li vive. Tutto questo accompagnato da una sorta di sospensione del giudizio, un rigore, una partecipazione, una cura del luogo, un silenzio e un’apertura. Non si ha più una rappresentazione, ma si agisce nei domini dell’esperienza più individuale, intima, che raccoglie nelle forme visibili della realtà del m