”Reale instabile”, pone l’attenzione sul rapporto realtà- rappresentazione. Utilizzando il mezzo analogico tradizionalmente più legato alla referenzialità dell’immagine ma sconvolgendone i termini di riferimento, presento paesaggi inesistenti, immagini perennemente sottoposte ai mutamenti e alle incerte condizioni della visione. La decodificazione della realtà è appannaggio del fotografo e l’esito “instabile”che risulta, cioè l’immagine fotografica, é a sua volta sottoposto a interpretazioni diverse a seconda delle modalità d’approccio, dei tempi e modi della sua fruizione. Desidero mostrare l’indeterminatezza filosofica del concetto di realtà la dove la fotografia, per suo carattere specifico, ne è la maggiore custode. Per far ciò mi avvalgo della stampa in camera oscura che mi offre l’opportunità di dare forma a ciò che “appare”, alla suggestione cioè, della visione.
Carta baritata ai sali d’argento