Nel 2007 avevo visto il film “la masseria delle allodole” dei fratelli Taviani che mi aveva molto impressionato
per quello che mostrava del genocidio avvenuto in Armenia. Decisi quindi che sarei andata a visitare quei
luoghi, perché volevo capire e vedere quei luoghi di persona.
Nel 2016 sono andata in Armenia con un gruppo fotografico di Figline Valdarno.
Abbiamo visitato il paese dalla capitale Yerevan al Nagorno-Karabakh, oltre ad entrare nel villaggio dei
profughi yazidi vicino a Yerevan.
Nel Nagorno Karabakh c’era appena stata una recrudescenza della guerra iniziata nel Gennaio 1992,
denominata “guerra dei quattro giorni”, che si concluse con una tregua tra le parti in conflitto: Nagorno-
Karabakh e Armenia da una parte e Azerbaijan dall’altra. Un cessate il fuoco formale che non ha mai fermato
gli scontri, che sono ripresi ancora nel 2020.
Quando siamo entrati in queste zone, il cessate il fuoco era stato proclamato da pochi mesi. La devastazione
era totale, ma le persone e i bambini che abbiamo incontrato sono stati comunque molto accoglienti nei
nostri confronti, le donne rassegnate ma serene ci mostravano le loro case e ci offrivano quello che potevano
per metterci a nostro agio, i bambini ci cercavano per avere una caramella.
Questi ritratti parlano di questo popolo martoriato, ma che nonostante tutto continua a mantenere la sua
dignità.
Barbara Umana

In 2007 I had seen the movie "la masseria delle allodole" by the Taviani brothers which had impressed me very much
for what it showed of the genocide that took place in Armenia. So I decided that I would go and visit those
places, because I wanted to understand and see personally Armenia and meet the people.
So in 2016 I went to Armenia with a photographic group of Figline Valdarno.
We visited the country from the capital Yerevan to Nagorno-Karabakh, as well as entering the village of the
Yazidi refugees near Yerevan.
In Nagorno Karabakh there had just been a resurgence of the war that began in January 1992,
called the "Four Day War", which ended in a truce between the warring parties: Nagorno-
Karabakh and Armenia on one side and Azerbaijan on the other side. A formal ceasefire that has never stopped the clashes, which resumed again in 2020.
When we entered these areas, the ceasefire had been proclaimed a few months before. The devastation was total, but the people and children that we met were still very welcoming against us, the resigned but serene women showed us their homes and offered us what they could to put us at ease, the children run after us and played with us to have a candy.
These portraits speak of this battered people, but which nevertheless continue to maintain its own dignity.
Barbara Umana