Umor acqueo


Umor acqueo



Gli occhi dei pesci sono gli occhi della gente, dei compratori che si riflettono su quelle pupille vitree, apparentemente inerti, ma che, in realtà, ti scrutano, ti osservano, ti giudicano. Un linguaggio non verbale, denso di significati, simile al chiacchiericcio umano, dai toni, però, molto più espressivi. Umor Acqueo nasce tra i ricordi dell’infanzia, dalla fascinazione esercitata dall’argento della pelle intatta e di occhi apparentemente attenti che solo il pesce azzurro del Mediterraneo possiede. Affiora così l’idea di un possibile mondo altro, popolato da creature marine ormai cristallizzate, che noi da stranieri visitiamo, come Alice attraverso lo specchio, con un tuffo fantastico che ci proietta oltre, tra gemelli curiosi, loschi individui, sirene cantanti, e strane creature che ci osservano perplesse. Il progetto diventa allegoria del rapporto con “l’altro da se” e ne ribalta i ruoli, lo spettatore perde il suo status privilegiato ed è posto nella posizione involontaria di soggetto osservato e riconosciuto come diverso.

Anno: 2012
Foto totali n°: 9
Formato cm: vari
Edizione: 1 di 5 + 2AP
Stampa: getto inchiostro
Supporto: carta cotone
Note: