Roberto Franchi

Palermo (PA), 1956


Studi di filosofia, editore, regista e fotografo appassionato di letteratura e arti visive. L’antropologia culturale è in particolare la chiave della sua ricerca e l’Africa specialmente si impone quale principale terreno d’osservazione per la sua attività, caratterizzata fin dagli esordi dalla espressione multimediale e dalla attenzione alle potenzialità del digitale.
Dai primi anni ’80 è autore di reportage da Algeria, Senegal, Niger, Burkina Faso, Togo, Benin e Ghana per la rivista Alisei e molte altre. In primo piano i sincretismi, religiosi e culturali, di cui le arti visive e plastiche rappresentano in quegli anni territori privilegiati, con la fioritura di un’importante generazione di artisti, tra i quali Cypren Tokoudagba, Dossu Amidou, tutti presenti nella indimenticabile mostra Magiciens de la terre.
Da queste esperienze nasce il progetto AfricaKodachrome, un percorso che raccoglie quasi venti anni di immagini africane fissate sulla più iconica pellicola invertibile, oggi trasferito in digitale per una fruizione più ampia.
Ha lavorato sulla cultura sherpa del Nepal e sul mondo buddista himalayano, realizzando la mostra Breathing Himalaya e sulla condizione femminile, curando la mostra digitale Femminile al Plurale.
Dal 2020 a oggi viaggia nel Nord Est brasiliano, con progetti sul folklore nordestino, legato alle religioni sincretistiche afrobrasiliane.


EN

He studied philosophy, publisher, director and photographer passionate about literature and visual arts. Cultural anthropology is in particular the key to his research and Africa especially imposes itself as the main field of observation for his activity, characterized from the beginning by multimedia expression and attention to the potential of digital.
Since the early 80s he has been the author of reports from Algeria, Senegal, Niger, Burkina Faso, Togo, Benin and Ghana for the magazine Alisei and many others. In the foreground the syncretism, religious and cultural, of which the visual and plastic arts represent in those years privileged territories, with the flowering of an important generation of artists, including Cypren Tokoudagba, Dossu Amidou, all present in the unforgettable exhibition “Magiciens de la Terre”.
From these experiences the AfricaKodachrome project was born, a path that collects almost twenty years of African images fixed on the most iconic invertible film, now transferred to digital for a wider use.
He has worked on the Sherpa culture of Nepal and on the Himalayan Buddhist world, creating the exhibition Breathing Himalaya and on the female condition, curating the digital exhibition Feminine al Plurale. From 2020 to today he travels in the Brazilian North East, with projects on Nordestine folklore, linked to Afro-Brazilian syncretistic religions.

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